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Crisi d’impresa: l’importanza del monitoraggio del “going concern”
Uno dei concetti fondamentali su cui si è ispirata la riforma del Codice della Crisi di Impresa è il going concern ossia la cosiddetta “continuità aziendale”.
Infatti l’obiettivo della nuova normativa è quello di assicurare il rispetto della continuità aziendale e prevenire lo stato di insolvenza e la conseguente procedura di liquidazione giudiziale.
Il legislatore ha dunque voluto introdurre un nuovo approccio alla gestione della crisi di impresa che ha come obiettivo non tanto quello di regolamentare le varie situazione di insolvenza che possono manifestarsi, bensì quello di prevenire lo stato di insolvenza attraverso una corretta gestione e una tempestiva rilevazione e reazione ai segnali di crisi dell’azienda, in modo tale da affrontarla e superarla con le opportune iniziative.
Il nuovo Codice della Crisi di Impresa impone necessariamente alle imprese e soprattutto agli amministratori di adottare vari strumenti contabili, gestionali, di pianificazione e controllo e organizzativi adeguati al fine di perseguire una corretta gestione d’impresa nell’ottica appunto del c.d. “going concern” che rappresenta il valore principale da tutelare per l’azienda, ossia la continuità e il rispetto degli impegni assunti nei confronti del ceto creditorio.
Un assetto aziendale per essere adeguato significa che deve necessariamente possedere un efficace controllo di gestione e costante monitoraggio dell’attività aziendale e intervenire su misure, processi e strutture in grado di assicurare la continuità aziendale.
Alla luce delle considerazioni di cui sopra, l’impresa in conseguenza dell’introduzione della nuova normativa riguardo la crisi, dovrà quindi assicurare il rispetto della compliance aziendale, adottare un Modello Organizzativo ex D. Lgs. 231/2001, avere un chiaro organigramma e funzionigramma, integrare i processi ed i flussi informativi, implementare un efficace sistema di rilevazione contabile affiancando anche il controllo di gestione ed in generale gli amministratori insieme all’organo di controllo (se previsto) dovranno monitorare costantemente gli obiettivi prefissati e le varie fasi di programmazione e pianificazione al fine di poter intercettare gli eventuali segnali di crisi su cui intervenire tempestivamente.
E’ bene infatti ricordare come la riforma della Crisi di Impresa investe in maniera rilevante le responsabilità di amministratori, sindaci e revisori per eventuali condotte a loro imputabili per l’inosservanza delle previsioni in tema di adeguati assetti organizzativi e monitoraggio della continuità aziendale.
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