Nella bozza del modello Redditi PF 2025, pubblicata il 4 febbraio dall'Agenzia delle Entrate, una…
TAGLI AL FONDO DI POVERTA’ EDUCATIVA MINORILE. ED ORA?
In Europa il nostro paese ha uno dei tassi più alti di abbandono scolastico precoce, secondo Openpolis nel 2023 eravamo quinti con il 10,50 %, in leggero e continuo calo dal dopo COVID ma sempre alto.
Abbandono soprattutto maschile che in media è al 13,1% mentre al 7,6% è quello femminile e purtroppo si confermano forti criticità al sud e soprattutto nelle isole dove si supera il 17% di abbandoni.
Terre des Hommes insieme a CISMAI, hanno condotto un’indagine per l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, arrivata alla terza edizione, a breve in uscita, da cui risulta che tra i 401.766 i bambini e ragazzi presi in carico dai servizi sociali in Italia, 77.493 sono vittime di maltrattamento fisico e psicologico, più 14,8% rispetto all’indagine precedente.
In questo contesto desta perplessità e polemiche la scelta del Governo di tagliare il fondo destinato al contrasto della povertà educativa minorile che negli anni della sua esistenza, ha stanziato 466 milioni di euro per progetti destinati a oltre 500 mila minori e loro famiglie e creato sinergie tra più di 9500 organizzazioni comprese le Scuole.
Quindi ora le amministrazioni pubbliche insieme al Terzo Settore, devono pianificare il futuro degli interventi per contrastare tali povertà sintomo e causa di future e pericolose fragilità del nostro futuro sviluppando nuove tattiche di intervento e di sostenibilità per i progetti di contrasto alle povertà minorili senza contare più sul fondo.
Il nostro responsabile del Dipartimento del Terzo Settore, Gian Paolo Montini, che da 40 anni è impegnato nel contrasto alle povertà minorili sia come volontario che dirigente di Organizzazioni Non Profit, ripete continuamente la Verità espressa potentemente dalla fondatrice di Save the Children dopo la Grande Guerra:
Per salvare il mondo dobbiamo salvare i bambini.
Per questa opera di salvezza di tutti noi, serve lottare su più fronti e serve farlo bene.
I fronti di azione devono riguardare i minori come individui, come parte di una famiglia, come membri di una comunità e di un territorio e infine come cittadini.
Ogni organizzazione che vuole essere a fianco e per i più piccoli deve avere sempre queste tre dimensioni nelle proprie strategie costruendo un piano sostenibile e armonico.
Una chiave fondamentale per il successo nell’immediato futuro di ogni organizzazione riguarda la sua capacità di fare Rete, di unirsi e agire insieme.
Serve coraggio, umiltà e competenza per poter lavorare in rete. Per le più piccole e medie organizzazioni è necessario investire in competenze con coraggio, aprendosi al nuovo senza paura di perdere identità e per le grandi organizzazioni serve umiltà e capacità di accogliere, di ascoltare e di includere senza fagocitare o escludere.
Il farlo bene, significa sicuramente grande cuore e insieme competenza e professionalità sia nei volontari che nel quasi milione di persone, in continua crescita, insieme alle migliaia di professionisti e società con al cuore statutario il bene comune, in particolare le Società Benefit come Capital Advisory, che lavorano nel e per il Non Profit italiano.
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